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Busitalia, sei richiedenti asilo selezionati come autisti. Criticità e miglioramenti nel trasporto pubblico

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BusItalia Veneto, l'azienda di trasporti con sede a Padova, ha adottato una soluzione innovativa per affrontare la carenza di autisti di autobus. Al fine di risolvere la cronica mancanza di personale che ha messo in crisi il trasporto pubblico nella regione veneta, l'azienda ha deciso di avviare un progetto di formazione per sei richiedenti asilo segnalati dalla Fondazione Don Mario Operti.

I richiedenti asilo, che sono in Italia da diverso tempo per motivi politici, avranno l'opportunità di frequentare l'Academy di BusItalia, una scuola di formazione per autisti, al fine di acquisire le competenze pratiche e la patente necessaria per guidare gli autobus. Tuttavia, questi nuovi autisti non saranno alla guida dei mezzi prima di alcuni mesi, a condizione che superino positivamente tutti i test di valutazione.
La carenza di autisti è un problema diffuso non solo in Veneto, ma in tutto il Paese, e sta causando disagi alle aziende di trasporto pubblico locale e al settore del turismo. Negli ultimi mesi, BusItalia ha assunto una trentina di autisti attraverso questa iniziativa, ma non è ancora sufficiente per garantire tutte le corse, specialmente durante il periodo scolastico invernale.

L'utilizzo dei richiedenti asilo come autisti potrebbe rappresentare un'iniziativa di inclusione e solidarietà, ma non risolve effettivamente la carenza di personale né garantisce un servizio adeguato alle necessità dei cittadini, pertanto può essere considerata una soluzione temporanea per affrontare la carenza di personale, ma solleva interrogativi sulle strategie adottate dalle aziende di trasporto pubblico. È opportuno riflettere sulla necessità di intervenire sul contratto nazionale e migliorare gli stipendi, al fine di rendere il lavoro degli autisti più dignitoso e attrattivo.

Se le aziende decidessero di aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni di lavoro, potremmo assistere a un aumento del numero di autisti disponibili. Un salario più equo e migliori orari di lavoro potrebbero rendere la professione degli autisti di autobus più allettante per i potenziali candidati.
Sarebbe auspicabile che le aziende del settore, in collaborazione con le autorità competenti, prendessero in considerazione queste alternative e lavorassero per garantire una retribuzione adeguata e condizioni di lavoro più favorevoli per gli autisti. Solo così si potrà garantire un servizio di trasporto pubblico efficiente e di qualità, senza dover ricorrere a soluzioni temporanee come l'impiego dei richiedenti asilo.

L'iniziativa dell'Academy non può essere considerata una soluzione definitiva e non contribuisce a mitigare la carenza di personale e a garantire un servizio adeguato alle necessità dei cittadini padovani. Infatti, all'interno di BusItalia sono emerse alcune criticità sul fronte lavorativo. Negli ultimi mesi, diversi dipendenti hanno lasciato l'azienda, alcuni in età pensionabile, mentre altri hanno scelto di trasferirsi presso altre società di trasporto pubblico.
I sindacati hanno segnalato una massiccia fuga di lavoratori, attribuendo tale fenomeno alle condizioni di lavoro insostenibili e ai turni che costringono gli autisti a trascorrere lunghe ore lontano da casa, guidando circa 6,30 ore al giorno. Inoltre, è emerso che le buste paga di BusItalia, a parità di mansione, risultano inferiori rispetto ad altre aziende del settore, con una differenza di circa 300 euro.
È cruciale affrontare le criticità lavorative nel settore del trasporto persone a livello nazionale, come le condizioni di lavoro sfavorevoli e gli stipendi inferiori alla media, per attrarre e trattenere autisti qualificati. Una collaborazione efficace tra aziende e autorità competenti è essenziale per garantire un sistema di trasporto pubblico efficiente e affidabile per la comunità.
 
Perché stigmatizzare chi è richiedente di asilo, questo è una discriminante negativa oppure positiva per chi vuole essere autista di FS... credo si deve parle solo di autisti capaci e idonei e basta, poco importa il loro stato esistenziale di chi concorre ad avere un lavoro pure mal pagato.
 
Ciao @Jules-Armand Etoundi, voglio chiarire che nel nostro articolo non intendiamo stigmatizzare alcuna categoria di persone. L'obiettivo è evidenziare l'iniziativa adottata da BusItalia.

Volevamo solo promuovere una discussione sulla necessità di migliorare le condizioni di lavoro e gli stipendi per tutti gli autisti, senza alcuna forma di discriminazione.
 
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